“E' malvagio. Quando uno piange, egli ride. Provoca tutti i più deboli di lui, e quando fa a pugni, s'inferocisce e tira a far male. Non teme nulla, ride in faccia al maestro, ruba quando può, nega con una faccia invetriata, è sempre in lite con qualcheduno. Egli odia la scuola, odia i compagni, odia il maestro”.
Il“bullo” Franti nel libro Cuore.

martedì 12 novembre 2013

Che cosa è il bullismo?

Il termine "bullismo" (dall'inglese: bullying) si riferisce ai comportamenti violenti e alle prepotenze che avvengono fra pari.
Il bullismo si differenzia dai normali conflitti tra coetanei per una serie di criteri che lo contraddistinguono:
- l'intenzionalità: le azioni sono compiute con la volontà di danneggiare l'altro
- la persistenza: le prepotenze sono ripetute nel tempo e non limitate a un unico episodio
- l'asimmetria di potere tra il bullo e la vittima per la differenza di forza fisica e psicologica
Accanto al ruolo di bullo (che è chi compie i comportamenti violenti) e a quello di vittima (chi li subisce) altre figure sono coinvolte nel bullismo.
L'aiutante del bullo ad esempio, il difensore della vittima e lo spettatore che si tiene in disparte e ignora ciò che accade.
Il bullismo può assumere forme fisiche, se si manifesta tramite botte, calci, spinte, pugni; forme verbali, se il bullo insulta, prende in giro, ricatta o offende, oppure può essere indiretto e in questo caso la vittima non è attaccata direttamente, ma viene ad esempio esclusa dal gruppo, isolata, oppure derisa tramite pettegolezzi diffusi.



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